Mi ha sempre accompagnata una sensazione di inquietudine, di sospensione, una sorta di saudade anche se per quanto mi sia dato sapere io col Brasile non ho mai avuto niente a che fare.
Non so quando sia cominciata, presumo sin da quando ne ho memoria ed ero molto piccola. Per tanto tempo non sono riuscita a dare a questo movimento nostalgico un nome preciso. Era proprio una sorta di vuoto dolente.
Sono sempre stata affascinata dall’entità Anima, la mia e quella di chi incontro nel mondo e ho sempre avvertito questa strana sensazione come se mancasse qualcosa nell’essere profondamente e autenticamente me stessa, profondamente allineata direi oggi. Allora iniziai a scandagliare Martina più a fondo con discipline come l’Hatha Yoga e la meditazione ed è stato quando ho cominciato ad osservare me stessa e tutto ciò che mi accadeva (e mi accade) come fossi un osservatore esterno che ho realizzato che cambiare il modo di vedere le cose cambia realmente le cose intorno a noi. Ho contraddistinto così il mio percorso di crescita personale e spirituale facendo dell’osservare l’Arte che coglie in ogni esperienza l’opportunità di arricchire e migliorare la propria esistenza.